23 novembre, 2010

Mattina di novembre

La tettoia fuori dalla cucina goccia. Al centro, proprio sotto la luce, dove non possiamo ignorarla.
Iaco lascia le sue tracce sul mattonato, ben in vista, dove non possiamo ignorarle.
Sul binario c'è una vecchia bottiglia di birra. Sta lì da almeno da quattro anni. Le cartacce si dissolvono o vanno via col vento, ma la bottiglia no. Sta lì a ricordarci l'incuria, come se ce ne fosse bisogno.
Sta lì, dove non riesco a ignorarla.
La tettoia fuori dalla cucina goccia. E metterci mano ogni anno non serve. L'acqua trova sempre la sua strada, come fanno i brutti pensieri.
A novembre è facile essere scuri in volto. Sarà la luce soffocata dalle nuvole a rendere le facce più grigie. Sarà la pioggia interminabile che rende più scomoda la giornata, più fredda la casa, più brutta la città.
Sul treno le persone sono insofferenti, lo spazio appena sufficiente a piantarci i piedi diventa prezioso come l'aria, come l'acqua. C'è una donna al telefono, cinguetta per venti minuti fregandosene degli altri, fregandosene del cappuccio gigante che struscia contro chiunque sia alle sue spalle. Vorremmo tutti, ma non possiamo ignorarla.
Un ministro abusa di uno spazio televisivo solo in apparenza indipendente, e un conduttore, privo di qualsiasi personalità, si genuflette e non sottolinea l'invadenza, la scorrettezza, l'inopportunità. Non dovremmo lasciar passare, non dovremmo ignorare, ma ciò che balza di più agli occhi il giorno dopo è il numero dei telespettatori, il resto perlopiù si ignora.
La tettoia fuori dalla cucina goccia, imperterrita, ostinata, forse mi sta dicendo qualcosa. Guardami, sveglia, non sono un lavoro fatto male, sono un allarme. Per me è solo un fastidio costante, ai margini della coscienza. E a volte vorrei tirare giù tutta la casa, vorrei vuotarla ammucchiando tutto in giardino, cospargere di benzina la montagna di oggetti inutilmente accumulati negli anni e disfarmene.
Sarebbe liberatorio ripartire da una casa vuota, come quando si riordina un vecchio cassetto o si libera un portafogli dalle carte inutili.
Sarebbe straordinario poter ridurre il tutto a poche cose, essenziali, impossibili da ignorare.
Ma è un proposito per l'anno nuovo, per la settimana prossima. Ora è solo una mattina di novembre, il mese più piovoso dell'anno, in cui tutta l'umanità goccia. Ma basta girarsi dall'altra parte.

Nessun commento: