10 gennaio, 2011

Sonno di una notte per niente estate

Si può senz'altro dire che le festività sono alle spalle (il che non è sempre una buona cosa).
Ne sono successe di cose in queste ultime due settimane. Meglio evitare le cronache mondiali e nazionali, o lo scoramento per come è iniziato storto anche questo 2011 non ci permetterà di arrivare integri al tramonto.
Il punto è che una notte, un giro di calendario, non cambia mai nulla.
Niente si modifica tra i 17 e i 18 anni, niente tra i 39 e i 40. Le cose che cambiano sono altre, sono i fatti, le esperienze, le curve della vita. Non importa il numero che riporta la pietra miliare sul ciglio.
Così andiamo avanti, tortuosamente se vogliamo evitare ostacoli e dirupi. Sapere fare lo slalom nella vita può risultare determinante.
Ho iniziato a sciare il 30 dicembre 2010. A quarant'anni suonati. Alla mia prima vacanza sulla neve.
Non può essere un caso che sempre nel 2010 abbia anche imparato a nuotare. Fa parte della mia evoluzione, di una di quelle curve. Svolte insignificanti per chiunque salvo che per me. Rimettersi in gioco e superare qualche paura appagando allo stesso tempo dei vecchi desideri è tonificante.
Ho scoperto che sciare mi piace, adoro seguire le gare di sci alpino da sempre, ora so che posso divertirmi anch'io venendo giù da una montagna. E' una cosa che rifarò, con maggiore determinazione di questa prima volta.
Tonificante era anche l'aria di questa mattina a Roma. Avendo prove con il gruppo questa sera, sono dovuto venire al lavoro in macchina. Il terrore di restare bloccato nel traffico mi ha spinto via da casa alle 6:30. Sono arrivato sotto l'ufficio alle 7.30 (tempo quasi da record). A quel punto non potevo far altro che dirigermi al bar per una dose di caffeina e l'aria era meravigliosa. L'aria di Roma! Lo so che è incredibile, ma ancora non puzzava di smog. La si poteva inalare a pieni polmoni, fresca, dolce e con quella sottotraccia umida della notte che evocava la primavera. Alzando gli occhi ho ammirato il cielo in cui grosse nuvole alte galleggiavano pigre e – solo per un attimo – mi è sembrato quasi piacevole, a posto, opportuno, essere lì per lavorare.
Poi il momento è passato, ho scrutato la strada prima di attraversare e mi sono infilato nella galleria squallida che conduce all'ingresso dell'altrettanto squallido palazzo dove sta il mio ufficio.
Mi attendono mesi confusi al lavoro, di cambiamenti che non necessariamente saranno buoni, ma stando a come intorno sembra che il brutto non cambi mai, che il peggio non abbia mai fine, allora accogliamo i cambiamenti con un pizzico di speranza.

Ho visto "Mille anni di buone preghiere", un buon film cinese.
E ho visto "Departures" – questo qualche tempo fa – ottimo film giapponese. Da far vedere ai bambini, tratta di morte, di come la si possa affrontare con rispetto, di come tutto possa essere affrontato con rispetto e di come questo cambi le cose, le prospettive e la stima che abbiamo per noi stessi.

E' un post senza senso questo, ma con tanto sonno dentro. Aspettare il terzo caffé avrebbe riordinato le idee, ma avrebbe tolto gran parte del piacere di scriverlo.

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