04 agosto, 2016

A cena con David Zard e Dario Baldan Bembo

Ieri pomeriggio mi chiama David Zard, è a Roma insieme a Dario Baldan Bembo e mi chiede se ci si vede per cena.
Verifico i miei appuntamenti con la segretaria, poi lo richiamo "OK, ti mando le coordinate di gmap via mail".
"Mandale a Dario", mi dice lui: "Io uso lo StarTAC".
E' sempre stato un po' reazionario.
Lo porto da "Gino lo Scavezzacollo", un ristorante storico in cui si cucina qualunque cosa, ma con specialità di pesce e carne. Mi conoscono, e quando entro con i due miei amici, mi danno un tavolo tranquillo, all'angolo della sala.
David mi confessa di esser diventato un vegano integralista, da due settimane, e districarsi nel menù non è banale.
Mentre si abboffa di carote e altre soluzioni creative, da Gino i vegani sono fuori luogo, io e Dario sbraniamo carpaccio di cuore di cerbiatto, cervello di rane, purea di zinne di vacca.
Gli chiedo come mai è a Roma.
"Mi ha chiamato la nuova giunta".
"Devono organizzare un concerto in piazza?"
"No, è per la raccolta dei rifiuti".
Sbarro gli occhi e mi lecco le dita dal sangue dell'agnello moribondo accasciato sulla fiamminga posta tra me e Dario. "I rifiuti?"
"Sì".
"E in che modo dovresti aiutarli?"
"Sai che vogliono cambiare rotta, che vogliono rompere con i vecchi metodi, la vecchia politica, bla-bla-bla?"
Annuisco e lui continua. "L'idea è di sfuttare le mie capacità organizzative nello spettacolo per organizzare eventi abbinati alla raccolta differenziata settimanale. Chi non va a un evento organizzato da David?"
Dario sorride mentre strappa il polmone a un pulcino pigolante.
"La peppa, che trovata!" esclamo impressionato. "Stavolta hanno fatto centro! Spero tu accetti!"
"Eh, non sono sicuro".
"Perché? Aiuteresti tanto Roma".
"Sono impegnato nell'organizzazione del megaconcerto di Pineto, e purtroppo c'è qualche problema".
"In che senso? Ho letto che Orietta è in gran forma".
"Sì, dopo il risveglio dall'ibernazione sta che è una meraviglia, ma non riesco a trovare il giusto gruppo d'apertura".
"Vuoi scherzare? Faranno la fila!"
"Macché. Ho provato anche a Roma la settimana scorsa, ho fatto centinaia di audizioni tra gli emergenti. Vorrei dare l'occasione a dei ragazzi. Ma tutte queste band alternative sono terrorizzate dal giudizio dei social. Il fatto di avere il mare sullo sfondo, un palco di quattrocento metri quadri, l'amplificazione di campovolo e centomila spettatori non basta. Loro devono stare nella serata "giusta". Non suonano prima di Orietta neanche a pagamento".
Interviene Dario, "Gli ho detto di fare come l'anno scorso. Ha la soluzione già pronta, ma vuole INNOVARE".
"Scusa, ma parli degli Slayer?"
"Sì, aprirono il concerto di Orietta e fu grandioso. Duettarono con lei in 'Finché la barca va'. Senza considerare cosa combinarono in albergo dopo il concerto. Osvaldo è ancora imbarazzato. Sono ad Alba Adriatica tutto il mese".
"Scusa, ma sei riuscito a convincere gli Slayer e non riesci a convincere un gruppo emergente?"
"I più grandi sono sempre i più umili. Loro erano qui per una vacanza gastronomica a base di arrosticini e olive ascolane. Come ho prospettato la possibilità di suonare sul lungomare e garantirsi una settimana di cibarie gratis (a onor del vero pretesero anche montepulciano a volontà) hanno firmato".
D'un tratto vedo David tendersi in viso. Do le spalle alla sala e quindi non capisco cosa stia seguendo con lo sguardo, ma è sempre più nervoso. Provo a richiamare la sua attenzione, ma mi fa un gesto brusco con la mano. Continua a guardare da sinistra a destra e ritorno e mi intima di non voltarmi. Senza distogliere l'attenzione dal misterioso obiettivo alle mie spalle, rovista sul tavolo finché non afferra un grosso coltello che ci avevano lasciato per affettare una cucciolata di cinghiali. David è rosso in volto, sconvolto dall'ira, ma concentrato su qualcosa o qualcuno. Non vorrei essere quel bersaglio. Sento un ringhio salirgli dalla gola e infine, urlando un "Fermati maledetto!", scaglia con violenza il lungo coltello affilato. Sento un versaccio soffocato e poi un grosso tonfo sordo.
A quel punto mi alzo di scatto e mi volto.
Ndrondrone è lì, agonizzante, con le mani cerca di estrarsi la lunga lama che gli ha attraversato il collo recidendo la carotide.
"E cazzo!" esclama David, "E' da quando ci siamo seduti che fa avanti e indietro e ciondola quella testa enorme!"
Gli stringo una spalla. "Ti capisco".
Ci sediamo tranquilli, qualcuno nella sala applaude. Dei camerieri trascinano via la carcassa, il barbecue è sempre acceso nel giardino.
Il volto di David è tornato sereno. Si riempie il bicchiere di vino e chiama il cameriere.
"Vuole altre carote? Offre la casa" gli dice con un sorriso sincero.
"No, grazie. E' possibile avere una tagliata di cuccioli di panda?"
"Ma certamente! Anche questi li offre la casa per..." il cameriere tentenna, ma indica con la mano la pozza di sangue sul parquet lucidato.
"Ottimo! E dell'altro vino!"
Gli altri ospiti della sala lentamente si avvicinano, si radunano intorno a noi. E' il magnetismo di David.
Con lui ogni occasione diventa un evento, un successo.
Salute!

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