28 dicembre, 2010

L'ospite d'inverno

Esiste un bellissimo, quanto drammatico, film con questo titolo interpretato da Emma Thompson e sua madre Phyllida Law. Un film di Alan Rickman del 1997.


Il significato del titolo, chiaro per chi abbia avuto la possibilità di vedere il film, si accosta piuttosto bene – sebbene in chiave molto più leggera – alle sensazioni che anticipano l'esperienza che sto per iniziare.
Domani mattina, sospetto molto presto, parto per il Passo del Tonale.
Ho visto le temperature medie, adatte per un bue muschiato, un po' meno per chi ama senza tentennamenti l'estate, le temperature infernali e il sole h24.
Comunque, nella vita si dice che bisogna provarle tutte (anche se mi riserverei sempre un "quasi" per ogni evenienza), quindi devo provare anche questa.
Cinque giorni a devastarmi dal freddo e a mettere a repentaglio articolazioni e tendini.
Confido molto nei rifugi, nei grappini e in una camera calda all'inverosimile.


Sono sopravvissuto all'orda di barbari che ieri saccheggiava un noto negozio di articoli sportivi, dove – da neofita assoluto – ho cercato di arrangiare un abbigliamento un filo più professionale del ragionier Ugo, ragion per cui credo di poter superare questi pochi giorni di montagna, ma nel caso qualcosa andasse storto, invece di piangermi o rimpiangermi, andatevene al mare anche per me.

23 dicembre, 2010

Follie di Natale

Ogni tanto, non si sa bene perché, qualcuno decide di fare delle domande a qualcun altro.
Forse è per abbattere la noia.
Comunque, quando le domande sono sceme e le risposte sono anche peggio, viene fuori qualcosa del genere:

http://ilblogdigelo.blogspot.com/2010/12/interviste-falliche-con-persone-folli.html


Di peggio, in tutta onestà, dubito si possa fare...

13 dicembre, 2010

Fonte d'ispirazione

Grazie a una domanda di Raffaele Serafini, mi è venuto in mente di condividere con voi un quadro che amo. "Blinde Mutter" di Egon Schiele (1914), ammirabile al Leopold Museum di Vienna.

01 dicembre, 2010

La settimana nera del cinema

Sono giorni troppo brevi, zeppi di impegni perlopiù sgradevoli, ma un minuto da dedicare alle ultime funeste notizie dovevo trovarlo.
Questa settimana va annoverata tra le più tristi da molto tempo a questa parte, in un anno già falcidiato da brutti eventi.
Se ne è andato un gigante, forse l'ultimo dei grandi registi del cinema italiano: Mario Monicelli.
Non che a lui sarebbe importato qualcosa, ma nel rispetto della persona che era e del suo stile, non aggiungo molto. Lo ringrazio solo per l'incredibile eredità che ci lascia, per la coerenza, l'intelligenza e l'inarrivabile personalità.
Autore di 106 film, regista di 68. 95 anni di arte. Nessuno giudichi, limitiamoci a godere dei suoi doni.

Altra dipartita dolorosa è quella di Leslie Nielsen, maschera comica eccezionale, ma soprattutto attore vero, con una carriera infinita. Versatile ai massimi livelli. Lo si ricorda con affetto per la lunga serie di film demenziali, parodie dei generi più classici, ma basta scorrere il suo profilo su IMDB rendersi conto che c'era molto altro.

Torno alle mie noiose occupazioni.