Stamattina, mentre - chiuso in un cubicolo ventilato di 4mq - davo un senso alla mia giornata lavorativa, sono stato colto da un pensiero improvviso e sconcertante, così totale e violento da spazzare via tutte le certezze costruite con fatica in decine d'anni di apprendimento e riflessioni.
Il pensiero è iniziato così: "E se fossi nato..."
Da questo incipit si sono sviluppati rami imprevedibili, ve ne elenco soltanto alcuni:
- afgano
- ricco
- rom
- superdotato
- donna
- a Pechino
Ho capito, con estrema velocità, anche grazie all'impellenza dell'aria pestilenziale che mi stava avvolgendo, che le possibilità erano sterminate e che, proprio a causa di questa varietà, la proposizione legata alla subordinata di cui sopra (usando correttamente congiuntivo e condizionale) possedeva un contenuto di natura esistenziale terribile. Di seguito qualche esempio (tutte situazioni del tutto fantasiose eh):
- afgano - sarei stato ridotto in poltiglia durante una missione di pace
- ricco - avrei vinto le primarie del PD a mani basse
- rom - avrei dovuto spiegare che zingaro è un termine generico a connotazione dispregiativa associato a molte etnie
- superdotato - avrei avuto un bel lavoro, faticoso, ma appagante
- donna - avrei ripreso da ieri a tirare l'aratro
- a Pechino - non sarei stato cattolico! Urka! Com'è possibile? Ma non è l'unica religione che contiene la verità e tifa per il solo unico dio giusto e reale?
Insomma, mi è venuto l'atroce dubbio che sia tutto frutto del caso. Sì, insomma, bastano un gene, un cromosoma, l'accidentalità del luogo o della famiglia di nascità per determinare non solo la tua prospettiva di vita, ma anche le tue convinzioni.
Un bel problema. La carta era quasi finita. Mi sono lasciato alle spalle una brutta faccenda e sono tornato alla scrivania con questo nuovo dilemma: è davvero solo una questione di culo?
Sono sicuro che tutti voi, persone intelligenti e razionali, siate giunti a questa banale conclusione da moltissimo tempo, ma io ho sempre sofferto di pigrizia intestinale.
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