Ho finito "Underworld" di Don De Lillo. Una lettura lunga quattro mesi: troppo. Posso solo aggiungere che è un grandissimo libro ed è un autore magnifico, ma la lettura di un romanzo non può diluirsi così. Si perde il filo, il cuore, l'intensità.
Per ripartire con brio ho aperto "Educazione di una canaglia" di Edward Bunker. Autore che apprezzo molto. Mi ha colpito e mi ha fatto riflettere la breve nota di James Ellroy che campeggia sulla copertina. Definisce Bunker uno scrittore autentico.
E' un'affermazione semplice, ma il suo significato ultimo mi ha indotto a rivedere quanto sto facendo.
La stesura del secondo romanzo si è arenata circa un mese fa a causa di dubbi sostanziali sullo sviluppo della storia. In prima battuta ero convinto fossero questioni tecniche, dovute alla complessità dell'intreccio e alla possibilità di dominare alcune ambientazioni lontane dalla mia esperienza. Ora ho capito che, più semplicemente, ero vittima della mia ostinazione. L'impostazione prefissata era distante da quello che sono io ora. E un autore deve scrivere ciò che è, non ciò che vorrebbe essere.
Devo ripartire da questa considerazione, cambiando - se possibile - la struttura del romanzo o congelandolo finché i tempi non saranno maturi. D'altra parte si può scrivere altro, le idee non mancano e la voglia neanche.
1 commento:
che grande libro, quello.
Il bunker, intendo.
Davvero
Education of a felon è bellissimo
magari non avrà la rotondità di no beast e magari non riuscirà a toccare come le prime pagine di little boy blue
ma è proprio come dice coso lì, "autentico"
già già
buona lettura!
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