06 settembre, 2016

L'arte del lavoro rilassante.

Iniziamo agevolando l'immagine, scattata pochi secondi fa. Siore e siori non siamo nella bottega di Geppetto, né in un anfratto casalingo dedicato al bricolage. Siamo nel cuore pulsante della niueconomi, dove si sviluppano softuer costosissimi che gestiscono reti costosissime che supportano servizi raffinatissimi, che non funzionano manco a calci...
Ebbene, come rinunciare all'opportunità di costruirsi una cassetta di compensato in ufficio? Non si rinuncia, come insegna Wilde. Così, di ritorno da una riunione (meno tediosa, rissosa e inconcludente della media) torno nel pollaio e mi metto seduto. Il tempo di sbloccare la postazione che parte il rumore di un trapano a batteria. Prego Cthulhu di essere finito in nuovo episodio di "Specchio Segreto" (rifuggo le pacchiane versioni moderne), inspiro a fondo, ma so di aver già perso. Oltre il divisorio della mia postazione, l'argenteo, ingombrante e vuoto testome di Ndrondrone si volta ridacchiando: "Eh, Strumm, do fastidio?"
"Fastidio? per carità, mi ci faccio gli impacchi sul prepuzio col trapano a batteria..." rispondo accomodante.
"Eh, abbiate pazienza due minuti". So duecento anni che abbiamo pazienza, e il mio pensiero vaga tra imprecazioni mistiche di ogni specie. Un collega, uno degli acquisti recenti, ma già martoriato dal Ndrondrone, si alza con gli occhi sbarrati. Mi guarda disperato.
Intanto Ndrondrone comincia a trapanare, cassetta e zebedei, e prosegue imperterrito nonostante gli vengano rivolte, in modo variamente articolato, richieste di interruzione dell'improvvido obbi.
Niente, se ne sbatte il cazzo (detta alla Charlie Hebdo). Continua finché non ha forato completamente la cassetta.
Il collega di cui sopra lo avvisa: "Attento che non diventi la tua di cassa..."
"Ah ah, non c'entro".
"Troviamo il modo".
"Ti faccio a pezzi" spiego sempre più accomodante.
"Non ci entro neanche a pezzi".
E, come si spiegherebbe a un cucciolo di batterio, aggiungo: "Una volta fatto a pezzi, poco me ne cale che tu ci entri oppure no: il problema sarebbe risolto".
"Poi i pezzi li spediamo pure" continua il mio collega con fervore.
"No. Non li spendo i soldi per spedire i pezzi. Se a qualcuno interessa recuperarli, se li viene a prendere".
E lui niente, se ne sbatte e finisce il lavoro. Mentre tutti in stanza subiscono in nome della civiltà che ci impedisce di prenderlo a sediate.
San Giuseppe falegname, anche con l'aiuto di Madre Keith Teresa Richards da Calcutta e di tutti i nullafacenti attorno a te, potete fare qualcosa da lassù? Un fulmine a ciel sereno (o anche nuvoloso), un morbo inguaribile e non contagioso, una storta che gli sgretoli femori e bacino. Insomma, o intervenite voi d'ufficio, o è inevitabile che qualcosa di molto brutto succederà qui, in questo buco maledetto.

Da "Totò Peppino e le fanatiche", Mario Riva insegna l'arte dell'hobby a Peppino.
 

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