Una volta, alle origini del blog "Strumm und Drunk", dedicavo una parte dei post alla categoria "Colletti Gialli", una cronaca amara e bisunta delle vicende e dei personaggi che animavano questa azienda. È possibile che questo filone prenda di nuovo vita, di spunti ce ne sono in quantità.
Come il noto ragionier Ugo, lavoro in un'azienda in stile ItalPetrolCemeTermoTessilFarmoMetalChimica.
Guai a dirlo a voce alta, qualcuno potrebbe offendersi di un simile accostamento, ma per lo spicchio di realtà lavorativa in cui sono calato, le differenze sono quasi impalpabili. Quarant'anni dopo la prima versione cinematografica di quel capolavoro di satira e umorismo che fu il libro di Paolo Villaggio, sembra che in Italia non sia cambiato molto.
Per carità, non mi lamento: sono un privilegiato. Nel deserto di opportunità che questo paese mette a disposizione e nonostante i ciclici interventi per rilanciare il mercato del lavoro, non ultimo il "Jobs Act" (dai contenuti molto discutibili, ma dal nome spendibile per Renzi in eventuali interviste sul Financial Times – sulla copertina di fine anno dell'Economist non l'hanno proprio cagato), riuscire a mantenere un impiego stabile e ben pagato per oltre venti anni è un successo non riservato a tutti.
Detto questo, non avendo gli occhi cuciti, e anche in conseguenza di un'esperienza lunga, non possono sfuggirmi macroscopiche stranezze nella conduzione dell'attività.
Oggi mi soffermo su una riflessione piuttosto semplice: l'ultima riorganizzazione che ha inciso direttamente nel settore in cui opero ha portato alla sostituzione del dirigente di riferimento. Sia il precedente che l'attuale hanno come sede di lavoro Milano e spendono la maggior parte del loro tempo lì. Questo avvicendamento è avvenuto all'incirca diciotto mesi fa. Il dirigente precedente, senza eccezioni, dedicava almeno un paio di giorni al mese per scendere a Roma, aggiornarci sulle evoluzioni organizzative e aziendali, condividere con ciascuno di noi le sue idee e la visibilità sui progetti in arrivo. Oltre a questo, nonostante non fossimo sempre d'accordo sulle scelte, si sforzava di chiederci direttamente la nostra opinione, spiegazioni su questioni tecniche, superando – quando lo riteneva necessario – lo schema gerarchico che poteva assicurare una distanza dalle questioni più spicciole.
Insomma, ci conosceva o si sforzava di conoscerci, conosceva il nostro lavoro o si sforzava di conoscerlo.
Peccato che la sua visione troppo pragmatica e poco politica del ruolo ha determinato un brutale allontanamento dall'azienda dopo quindici anni di onorato servizio.
Il nuovo dirigente ha operato così: un punto di separazione in più all'interno della stessa struttura a presiedere il gruppo di Roma. Per carità, siamo tante persone.
Una serie di colloqui iniziali piuttosto sbrigativi e raffazzonati nelle visite che istituzionalmente dovevano essere svolte all'assunzione dell'incarico. Per carità, sono così tanti gli impegni.
Un brindisi natalizio il dieci o l'undici dicembre del 2014. Per carità, cazzo, è Natale!
Nessun contatto diretto con gli amati inferiori a meno di epidemia di peste bubbonica o invasione delle cavallette (il che ha ridotto le occasioni circa a... zero). Hai visto mai cominciasse a ricordare qualche cognome.
Questo non le ha impedito di mediare sistematicamente al ribasso tutte le valutazioni annuali fatte dal nostro responsabile di Roma, anche per quelle persone di cui non conosce con esattezza il cognome (misteri della fede e del controllo a distanza). Una sensibilità straordinaria.
E in regolari visite a Roma durante l'anno, ha incontrato in una modalità carbonara che neanche Mazzini avrebbe potuto escogitare, soltanto alcuni di noi per salutarli. Peccato che questi "eletti" siano nostri colleghi da una vita e non si siano tenuti la cicca: il famoso segreto di Pulcinella.
Poi, come se nulla fosse successo, ieri ci comunica con gaudio e giubilo che verrà a Roma per brindare con noi prima delle cattoliche feste natalizie il giorno quindici.
In un clima aziendale sano, quando – poco tempo fa – tutti noi hanno avuto un confronto individuale con HR, su domande riferite all'efficacia dell'organizzazione attuale e sul rapporto col nostro dirigente, una qualche mezza obiezione si sarebbe dovuta e potuta sollevare, ma in questo momento di Solidarietà e tagli all'orizzonte, sei costretto a sfoderare il tuo sorriso scolastico e a mimetizzarti come un camaleonte con lo sfondo tinteggiato dell'ufficio. Devi essere meno di un numero per aspirare a rimanere un numero.
In un clima aziendale sano, quando – poco tempo fa – tutti noi hanno avuto un confronto individuale con HR, su domande riferite all'efficacia dell'organizzazione attuale e sul rapporto col nostro dirigente, una qualche mezza obiezione si sarebbe dovuta e potuta sollevare, ma in questo momento di Solidarietà e tagli all'orizzonte, sei costretto a sfoderare il tuo sorriso scolastico e a mimetizzarti come un camaleonte con lo sfondo tinteggiato dell'ufficio. Devi essere meno di un numero per aspirare a rimanere un numero.
Tuttavia, senza alcun rammarico, ho spostato uno dei giorni di ferie da smaltire andando a occupare inavvertitamente il quindici dicembre. Perché, con tutto il rispetto, di un capo di carta ne faccio degna opera soltanto al bagno. Auguri.
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